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Elena e i Nirvana Songtext
von Spartiti

Elena e i Nirvana Songtext

Me ne andai di casa nel 1989, l′anno che incontrai Elena
Elena era una ragazza bellissima, che mai avrei avuto il coraggio di avvicinare
Tornavo dalle ferie e ci trovammo insieme a lavorare
Nella paninoteca di un cesso di paese tra Reggio e Modena
Davanti al locale, alla fine di agosto
C'era un piccolo luna park viaggiante con musicaccia a tutto volume
Mezzanotte, dalle casse dell′autoscontro deserto parte una ninna
Nanna dei Cure
Mi faccio accanto alla marziana e le comunico che la riaccompagnerò a casa io
Perché il capo, stasera, non può


Piove, la ninna nanna è finita, sono stanco
La mia utilitaria scassata va in città
E la passeggera pare infastidita dal mezzo proletario che la trasporta
Cerca di attaccare discorso
Fa commenti su un adesivo del PCI incollato al cruscotto
E penso: Una parola meno che neutra sul partito e la mollo per strada immantinente
Lei dichiara, con quella faccia, quelle tette, quei capelli, quegli occhi, simpatie politiche affini
Sono stupito ma faccio finta di nulla
E la scarico davanti al portone senza dire niente.
Tutti la cercano, tutti ne parlano
Al locale è diventata l'argomento del giorno
Quasi la ignoro, non mi abbasso né mi confondo con chi sbava
Mai più nella vita sono riuscito a tenere fede ad un comportamento così perfetto
A chiunque mi chiedesse di lei, la stessa risposta
Non avete mai visto una bella ragazza?

Alla ventenne abbronzata non pare vero che esista qualcuno che la guardi
Come si guarda un giorno qualunque
Che eviti di interrogarla con spirito costruttivo
Che parli solo se interpellato
Che la riaccompagni a casa ogni sera e davanti al portone abbia
Già la prima inserita
E se ne vada senza nemmeno mettere in folle

Lavoravamo insieme tre volte a settimana
E decise che meritavo la sua confidenza
Parlava, parlava, parlava di ogni possibile affare suo
E io ascoltavo, ascoltavo, ascoltavo
Quella creatura ci provò in ogni modo a scardinare la mia improponibile freddezza
Mi invitò perfino a visitare la sua stanza e a restare a dormire
E io naturalmente dormii, ormai completamente dentro la mia parte di uomo irraggiungibile
Mi sentivo bene a fare il guastatore delle certezze altrui
Corteggiato, cercato e al centro dell'attenzione di tanto bendidìo
Una parte che nella vita non mi è mai più capitata
Soddisfazioni che qualcuno di voi capirà
Orgoglio di gioventù presuntuosa ma, per una volta, padrona di sé


La donna che poi mi traghettò nella vita vera troppo presto patì per avermi
E mai ebbe il sospetto che la mia strana ritrosia fosse solo paura, prudenza e commedia ben mistificata

Andò avanti per settimane, finché arrivò al punto di dichiararsi lei
Entrò nel letto semi ignuda e decise che se la giocava tutta in una volta
Per l′ultima volta la rifiutai, e sia chiaro
′Sta parte da scemo incorruttibile l'ho pagata nel tempo con interessi da usura
Quando accettai finalmente la sua mano fu un caos
In pochi giorni mettemmo su casa insieme e senza un lira
Due cuori e una caparra
Io sentivo i Diaframma e lei George Michael, ma fa niente
Ricordo che sullo stereo c′erano due dischi
Il mio era "In perfetta solitudine", il suo "Ascolta senza pregiudizi"
Un titolo fortemente ideologico
Le nostre divergenze in merito erano piuttosto marcate
Andò in Inghilterra dai suoi parenti qualche giorno e tornò con un regalo
Mi disse: Io sono una che ascolta roba semplice
Non sopporto la tua new wave italiana stonata e triste
Ti ho portato un disco nuovo, secondo me riuscirà ad aprirti ad altri orizzonti
E forse capirai che il mondo non finisce a Campi Bisenzio
Insieme ai tuoi gruppi toscani che non conosce nessuno

Non scartai subito la confezione e un po' scocciato risposi che lei
Non poteva capire
Che una che ama George Michael è ottusa di natura
Ero sicuro che Elena, le sue orecchie, il suo cervello e tutto il resto servissero per altri scopi
Altrettanto nobili, ma non omogenei alla comprensione dell′arte del suono
Si offese della mia presunzione mentre, terrorizzato, scartavo il regalo
Convinto che avrei avuto a che fare con Rick Astley o, al massimo della fortuna, con Lisa Stansfield
Sai che orizzonti mi si apriranno, pensai
Contro ogni aspettativa non avevo mai sentito nominare quel disco, né chi lo aveva realizzato
Del resto era stato comprato a Londra, il solito pop inglese

La copertina era azzurra e rimasi un po' così davanti all′immagine di un bambino
Piccolissimo immerso nell'acqua e già pronto per abboccare all'amo del dio denaro
Mai, mai sottovalutare una donna che vota comunista

Furono tre anni di felicità e martirio
Un lungo seminario che alle volte ricordo a malapena
E altre volte illumina a giorno la mia memoria, che ascolta
La fine fu tragicomica
Questo è uno degli episodi del periodo di decadenza, prima dell′inevitabile congedo

Andò al mare, un week-end da sola con una sua amica
Le prestai anche i soldi, ma poi la sua amica fu vista in città
La chiamai all′albergo, le dissi che era un po' stronza a
Piantarmi le corna così
Senza classe, senza stile
Tornò il giorno dopo e sulla lavagna di cucina le lasciai un messaggio breve
Muuuuu

Perché solo lo stile ci salverà

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